Vol.1° Bari 1920-Bologna 1924
Non ricordo chiaramente il giorno nel quale fui accompagnata a scuola per la prima volta; dovevo perciò essere molto piccola. Ricordo comunque molto bene il grande portone scuro che dava su un ampio cortile, in fondo al quale c'erano, a sinistra, le maestose scale che portavano ai piani superiori, dove erano le classi delle elementari, e, a destra lungo il muro principale del cortile, le porte a vetri delle aule a terreno, quasi tutte occupate dalle classi dell'asilo infantile, che io frequentai per un anno. Era davvero un'ampia e bella scuola, retta da Suore, le Suore di Nevers, se non sbaglio, e la scelta fu fatta da mia madre, io credo, oltre che per la serietà dell'istituto, anche per la sua relativa vicinanza alla nostra casa, fatto di capitale importanza per lei, che viveva nel terrore continuo che ci ammalassimo ;ciononostante molto spesso, quando pioveva o faceva molto freddo, poichè i tram erano inesistenti, ella ci faceva condurre a scuola in carrozza, una di quelle belle carrozze chiuse baresi di un tempo, ampie e ben tenute, imbottite di strapuntini blu e con solenne cocchiere in cassetta. E come si stava bene là dentro! che bel calduccino, e come era divertente sentire il ritmato calpestio degli zoccoli di ferro del cavallo in sintonia con il dondolio della vettura! Si trovava, questa scuola, all'inizio della cosidetta "Bari vecchia", un quartiere molto popolare ma caratteristico della città, con le sue basse case bianche di calce, assai malandate, animatissimo e pieno di venditori ambulanti e di ragazzini sciamanti dappertutto; doveva essere un antico convento, e quell'atmosfera un pò misteriosa e un pò nobile mi piacque sempre.Le aule erano grandi, ariose con grandi finestre che davano sul giardino interno, mentre la ricreazione si faceva nel cortile adorno di piante. C'era poi, anche, naturalmente, una piccola Cappella, dove, a turno, si andava al mattino per la preghiera, e, sempre per me si rinnovava una sensazione trepida e dolce, come entrare in un altro mondo, rassicurante e protettivo, pieno di pace e di mistero, così come era, raccolta e luminosa, tutta una profusione di fiori, specialmente in primavera, rose, gigli bianchi che profumavano intensamente l'aria e, con la loro vista rallegravano il cuore. Pure non è rimasto nel mio animo un ricordo particolarmente lieto dei miei primi anni di vita scolastica, trascorsi là, fra le figurine bianche e nere delle suore; forse la mia grande timidezza, forse il distacco dalla mia casa mi fecero sentire sempre estranea all'ambiente sereno che mi circondava. Nè incontrai, se non raramente, favore e simpatia fra le mie compagne, delle quali, alcune, anzi, approfittavano a volte, con l'inconscia crudeltà dell'infanzia, del mio impaccio e della mia ingenuità, dispettosette e turbolenti com'erano, cercavano di addebitarmi le più svariate piccole colpe, oppure mi canzonavano senza complimenti, gettandomi nella disperazione. ..................................................................................................................................
Per quanto riguardò la mia istruzione, quella religiosa ebbe subito naturalmente, una certa importanza. Dirò che trovai questo insegnamento molto bello ed interessante, forse per quanto di soprannaturale, almeno per me, conteneva. Le antiche storie del Vecchio testamento, come......... oppure la storia di Noè e la sua arca, mi colpirono e affascinarono, e così tutti gli altri episodi della "Storia Sacra". Nè mi stupirono o meravigliarono I Misteri del catechismo, ai quali fui iniziata, anzi tutto mi sembrò bellissimo e naturale: la mia fede fu subito forte, assoluta, profonda. Anche le altre materie mi interessarono, e, in verità, riuscivo abbastanza bene in tutto, senza sforzo ma anche senza pigrizia e lo studio era condotto dalle suore inseganti con molta serietà ed efficienza, curavano molto le scienze, l'italiano, l'ortografia ed anche la calligrafia, nella quale, non so perchè, trovavo molte difficoltà.
Comunque, prima di chiudere questo capitolo sulla mia prima frequenza scolastica voglio dire che fu pure là, fra le grigie pareti di quell'istituto, che ricevetti le mie prime lezioni di musica, che tanta importanza doveva avere nella mia vita. Un'anziana, severa suora, che però stranamente non mi intimidiva, mi diede i primi apprendimenti; forse il fatto che imparavo con estrema facilità, o volontà di studio che notava in me, addolciva la sua severità, e la mia fresca e spontanea passione musicale ci accomunava in una silenziosa e riservata simpatia. Fu certamente a lei che dovetti una corretta impostazione della mano nel suonare il pianoforte, specialmente la mano sinistra, di solito tendente ad essere difettosa, fu molto curata dalla mia insegnante, ed è stata una delle più salde ragioni dei miei progressi musicali. E di questo le sono stata senpre riconoscente.
memorie dei vecchi tempi - anteprima
Bello questo diario, le monachine dipinte ci stanno veramente bene! Ciao, Arianna
RispondiEliminaCiao Arianna e grazie
RispondiEliminaBello e ancora interessante lo scritto , il ricordo di essere accompagnati a scuola in carrozza doveva indubbiamente affascinare e riempire nostra zia di nostalgia.Ti saluto Pio
RispondiEliminaCredo proprio di sì, Pio. Ma ci sono altri passaggi ancora più belli, vedrai.A cominciare dal prossimo.
RispondiEliminasempre molto interessante...continua Mario!
RispondiEliminaciaooo