Voglio ora descrivere con maggiore esattezza la nostra vecchia casa di Bari, alla quale tanti lieti ricordi sono legati. Entrando, l'ingresso era piuttosto ampio, come ho già detto; c'era, subito davanti, una porta a due battenti, come in massima si usava allora, che dava nel salone, anzi nel "salotto buono", e lo si nominava con un senso di rispetto, con le due rosse poltrone, il grande divano, lo scintillante lampadario di cristallo, le grandi "stores" rosse che incorniciavano i balconi, e poi tanti gingilli sui piccoli mobili, sui numerosi tavolini, e quadri, tappeti fioriti di rose... tutto ciò mi sembrava splendido e mi piaceva moltissimo.
In fondo al salone, a destra, un'altra porta immetteva nella camera da letto dei miei genitori, vasta e luminosa, con un bel balcone anch'essa, che si affacciava sul largo corso Vittorio Emanuele.
Della stanza da pranzo ho già detto; essa era una specie di "comune", dove si pranzava, e dove mamma riceveva qualche amica intima; da un lato infatti c'era un divanetto in legno e imbottito, come le poltrone, un po' in stile Luigi Filippo, oltre alle summenzionate altissime palme verdi. Accanto ad essa c'era la nostra camera da letto, che io ricordo piuttosto vagamente.La vita trascorreva, per noi bimbe, serena; ricordo ancora quelle giornate felici, quando il nostro mondo era racchiuso nella nostra casa, nei nostri giochi tranquilli, nei nostri piccoli sogni. Non avevamo amichette personali che vedessimo giornalmente, eravamo già in tre, e affiatatissime; per quanto la nostra sorella maggiore, Teresa, si sentisse "grande" ( e non aveva che due anni più di me!), pure ogni tanto si divertiva anche lei ad inventare giuochi, con molta fantasia ed estro, in verità, e la cosa ci divertiva moltissimo.
Ma Marcella, la più piccola, e io, eravamo inseparabili; ella era delicata di salute, di animo molto sensibile e tenero, in suo confronto io ero un po' come una rupe sulla quale invano si infrangono i flutti del mare; ma appunto questa diversità fra noi ci permetteva di comprenderci bene, in un certo senso ci completavamo. Per esempio a lei piacevano tanto le cose piccoline, quasi minuscole, bottigline, immaginette, scatoline, cosine graziose che spesso i negozianti usavano regalare come réclame ai clienti più di riguardo, e di tutte queste cose Marcella era molto fiera e molto gelosa. A me invece non importava affatto di possederle, e quando a volte per ischerzo facevo mostra di prendergliele apriti o cielo! pianti ed escandescenze da parte della piccola e ricorso alla mamma.
Invece a me piaceva tanto leggere; avevo appena incominciato a famigliarizzarmi con il sillabario e fatte le prime letture a scuola, quando presi ad appassionarmi ai primi facili libri di fiabe, Pinocchio oppure Cappuccetto rosso, o altri; mi mettevo rincattucciata da qualche parte e dimenticavo tutto, mettendomi a compitare sottovoce, mentre la mia fantasia viaggiava immaginando le avventure descritte, e, cosa più importante, immedesimandomi in esse, al punto di continuare a rimuginarle nella mia testolina anche dopo, a letto, a scuola, magari abbellendole o variandole con particolari fantasiosi.
E questa è stata per molti anni una della mie gioie più grandi, questo rivivere in me stessa, da protagonista o da spettatrice le varie vicissitudini dei personaggi, in paesi strani e fantastici, modificando e aggiungendo finali che più mi affascinavano. Naturalmente con l'età questo gusto si affievolì e poi scomparve del tutto, facendo uso un po' più razionale della lettura, sempre da me prediletta, ma allora, bimbetta appena, trovavo in esso esplicazione al mio desiderio di espansione, di conoscenza, di evasione dal mio piccolo mondo, e godevo immensamente di quelle meravigliose storie di bimbi, di gnomi incantati, di magiche fate.
memorie di vecchi tempi - anteprima
Seguo con passione queste memorie di vecchi tempi....entro in punta di piedi in un luogo magico...incantevole.
RispondiEliminaCiao Annette, sì hai ragione, in punta di piedi, senza far rumore, con quel rispetto e pudore che caratterizzava proprio... i vecchi tempi.Grazie del commento e complimenti per i tuoi splendidi sassi.
RispondiElimina...non rubatemi il mio "motto"...(sorrido)per me sempre e tutto deve essere in punta di piedi.
RispondiEliminaNon amo l'invadenza.
In questo caso, con grande rispetto ed ammirazione, il mio piedino si fa addirittura invisibile...mi sembra di essere leggera leggera nel lasciarmi trasportare da queste memorie, così lontane rispetto alla mia infanzia, (radici contadine), ma tanto vicine per la sensibilità del sentire.
Carla
Ciao Carla Grazie per i tuoi sensibili commenti
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