Scartabellando e riordinando la mia libreria ho ritrovato, un po' nascosta da una pila di volumi una vecchia cartellina di carta rosata contenente un vecchio dattiloscritto. Sapevo di averlo conservato, ma erano anni che non mi capitava di sfogliarlo. Un vecchio e voluminoso dattiloscritto, probabilmente redatto con una "lettera 22", la mitica macchina da scrivere della Olivetti, con molti caratteri un po' rovinati. In realtà si tratta di una fotocopia, perché l'originale forse è andato perso, e io non l'ho mai avuto. Il dattiloscritto è suddiviso in tre raccolte di circa 100 pagine ciascuna in carta UNI A4. Fu scritto da Anna Maria Galasso, mia zia, la sorella di Teresa , mia madre , in un momento molto triste della sua vita. Aveva appena perso prematuramente il marito e forse per affrontare il dolore aveva cominciato a dipingere e a scrivere dei ricordi, delle memorie. Il titolo di questo racconto è "Memorie di vecchi tempi" e descrive la sua vita di adolescente negli anni dal 1920 fino al 1934. Ricordo che quando l'ho letto mi ha sorpreso moltissimo ed emozionato. Sorpreso perchè è un bellissimo racconto di un tempo passato, spesso freschissimo e godibilissimo, e denota una grandissima capacità di far rivivere il "clima" di quel tempo attraverso mirabili descrizioni di cose, ambienti domestici, luoghi, aneddoti e innumerevoli personaggi, così come affioravano alla sua memoria. E mi ha emozionato perchè ho ritrovato la descrizione di mia madre, giovinetta ed adolescente, vista attraverso gli occhi affettuosi della sorella. Anna, Teresa e Marcella erano tre sorelle di una famiglia benestante del sud Italia, credo tutte e tre nate a Napoli, ma poi trasferitesi, con la famiglia a Bari, Bologna, Napoli, Firenze, e infine a Roma. Come si può intuire mio nonno era un ufficiale dell'esercito italiano che ha girato un po' per l'Italia. La storia racconta dunque un periodo di 14 anni e i tre volumetti sono appunto relativi a : I - Bari 1920 Bologna 1924 II- Napoli 1926 1930 e III - Firenze 1930 1934 . Ricordo con grande affetto zia Anna e zia Marcella nelle mie numerose visite a Roma con mamma e papà. Erano due persone straordinarie, di grande cultura, Anna era diplomata al conservatorio in pianoforte, ed era un piacere ascoltarla suonare, e Marcella era una donna di rara simpatia e di grandissima intelligenza. Scrive Anna all'inizio del suo racconto :
Perchè non voglio dimenticare. Perchè è giusto che non sia dimenticato. Perchè nella vita di una persona, anche nella più comune e normale c'è tutto un mondo ignorato che può anche essere affascinante, dal quale ognuno di noi, forse, può trarre conforto o insegnamento.Teresa, mia madre, è mancata nel 1989, Anna e Marcella si sono spente a pochi giorni una dall'altra alcuni anni or sono. Quando ho riletto questo testo ho pensato, da "figlio" del nord Italia, che questa è anche una storia, come tante, di un legame profondo nel tempo e nello spazio tra nord e sud, e mi fa riflettere sul come sia bello sentirsi fortemente radicati in questo nostro Paese, tutto intero. Pubblicare tutto il dattiloscritto, che contiene anche molte fotografie d'epoca (purtroppo poco leggibili perchè son fotocopie di foto), è arduo, però ogni tanto potrei pubblicarne qualche brano. Credo che zia Anna ne sarebbe stata felice.
Quando una persona se ne va... importante é che lasci qualcosa di se, e tua zia l'ha fatto
RispondiEliminaé bello che la ricordi e che lo fai anche qui in modo di farla conoscere a noi.
Anche questo é il senso e lo scopo dell'arte Mario, lasciare qualcosa...
Complimenti
Grazie Laura, penso che almeno alcuni passaggi di queste memorie, in molte parti veramente belle e toccanti le pubblicherò
RispondiEliminaIo non vedo l'ora di leggerle. Ci saranno passaggi da condividere per la loro umanità e sensibilità
RispondiEliminaCiao Mario, stai vivendo e comunicandoci un momento molto intenso della tua vita. Bello davvero sentirti così forte e orientato al futuro mentre valorizzi un passato importante della tua famiglia. Ti posso prendere ad esempio? Luigi.
RispondiEliminaPer carità Luigi! sai cosa facciamo? prendiamoci reciprocamente ad esempio!
RispondiEliminabuona serata ed è sempe un piacere sentirti
Grazie Carla, allora tra un po' comincio
RispondiEliminaMario. io penso che sia una fortuna possedere degli scritti, dei pensieri, delle persone care che abbiamo amato. Io credo che, consapevolmente o no, in tutti noi c'è qualcosa che chi è venuto prima ci ha lasciato. Sicuramente ri-leggerai avidamente le memorie di tua zia e credo che probabilmente ti riconoscerai in alcuni passaggi, in alcuni dei suoi pensieri.
RispondiEliminaCertamente Tito, è proprio così
RispondiEliminaAssolutamente magnifico!
RispondiEliminaUn tuffo nel passato e nella propria memoria...sicuramente ajuta a capire chi erano i nostri cari e che cosa hanno fatto, molto prima del nostro arrivo!
Per la pubblicazione...se i dattiloscritti non sono troppo rovinati puoi provare a fare una scansione e poi a usare un software per OCR...di solito il risultato è buono...
Ciao Angelo, sì ci ho pensato, ma, anche se avessi lo scanner il tipo di dattiloscritto non consentirebbe la scansione, ed è più il lavoro di adeguamento che riscrivere il tutto. Inoltre devo un pò selezionare perchè è veramente lungo e non vale la pena pubblicarlo tutto.
RispondiEliminaAnch'io da piccolissima (inizio anni '50) sono stata alla villa La Vergine. Non so se è la stessa. Ricordo che apparteneva ad un fratello di mia nonna, Achille de Nitto di Latiano. Nella mia memoria di bambina sono rimasti cavalli e calessi.
RispondiElimina@anonimo
RispondiEliminaMa va? interessante,se guardi il seguito io ho rappresentato la facciata della villa con un piccolo acquarello. L'ho tratto da una brutta fotocopia di una foto. I colori quindi sono inventati, ma la tipologia no. La riconosci? Mi piacerebbe proprio sapere se esiste ancora quella villa.Il nome che citi però non corrisponde, mia nonna si chiamava Profilo.