Bellissimi...ingranditi esprimo tutta la loro poesia. ________________ Scusami se vado fuori tema....Sono in grave difficoltà a commentare nei blog dove il modulo commenti è posizionato sotto il post e , quindi, anche qui da te: il sistema non mi riconosce e debbo ricaricare continuamente la pagina con conseguente sparizione di ciò che ho appena scritto. Ciò vuol dire che per scrivere un commento impiego un tempo assurdamente lungo. E’ una situazione che si protrae da settimane, anche se cambio browser …niente da fare. Negli ultimi tempi ho trovato un sistemino che qualche volta funziona: clicco con il destro e seleziono “ricarica frame” .Ma da alcuni giorni anche questo funziona una volta sì e dieci no. Quindi mi scuso , mi dispiace moltissimo, continuerò a leggerti tramite Google Reader ma non commenterò più…non ce la faccio, non è proprio umanamente possibile. Non ho alcun problema se i commenti sono in pagina a parte o in finestra pop-up. Ma certo non posso pretendere…. Grazie per la tua comprensione.
Mi dispiace, ma non so se il problema dipenda da me o da te. Io non ho ancora una conoscenza tale del sitema da poter intervenire. Le poche volte sono intervenuto maldestramente, come quando ho cancellato tutte le foto dai post! quindi toccherei il meno possibile. Grazie comunque dei tuoi commenti!
Un paesaggio leggermente e splendidamente nebbioso ( o forse sono solo io che lo percepisce così), una distanza infinita contenuta in 39 x 24. Uno splendore... complimenti!!
Due paesaggi splendidi, pieni di poesia. Non so se la maggiore luminosità del secondo sia dovuta alla carta o all'effetto della foto o del bordo bianco. Nel primo tutto sembra più sfumato, etereo, è forse la carta Artem che risponde così? Ciao!
Tito, è lo stesso paesaggio. Ho voluto solo far vedere il foglio di carta Artem con i suoi bordi sfrangiati. E in effetti visto così sembra diverso, forse è l'effetto passepartout.
Ciao Mario,vengo a trovarti sul tuo blog e ti dò il benvenuto sul mio.Ci sono tanti post interessanti che mi leggerò un poco per volta.Ammiro il paesaggio padano ,attraverso la poesìa dei tuoi lavori!
Caro Mario, in effetti la prima foto sembra un tantino più scura, ma penso sia dovuto al fatto che la fotocamera digitale, in automatico, fa la media di luci e ombre (detto così è molto banalizzato)e quindi il bordo bianco rende più chiaro il risultato finale. Per ovviare dovresti bloccare l'esposimetro sul riquadro interno del dipinto. Comunque il risultato finale è molto bello e delicato, tendente al triste.
Vorrei un approfondimento su quanto mi hai accennato a proposito della cera come finitura: l'idea della cera mi intriga molto per la qualità "tattile" finale, ma tu la stendi con uno straccio? In tal caso come fai con le tempere, strusciando non si sciupano?
Ciao Alessandro, questo confronto con te è molto proficuo! Ti dirò che le due immagini sono scattate con due camere diverse, la prima una piccola Casio, la seconda con una nikon 3000 (obiettivo tamron). La migliore è la prima, secondo me. La Nikon tende, per così dire a separare i colori, come se separasse le mescolanze!!Nell'originale il colore è più uniforme, come nella prima foto.Beh la cera sull'acrilico non ha problemi. Ma non ce li ha nemmeno sulla tempera (anzi lì è molto efficace, visto che l'acrilico è già un pò lucido). Sulla tempera: io aspetto il giorno dopo, poi stendo un sottile strato di cera trasparente con uno straccio (meglio di lana, ma non è essenziale), infine lascio passare almeno un'oretta e quindi ripasso delicatamente con lo straccio asciutto. La tempera non si rovina, al massimo mette in luce qualche asperità che non disturba ed è ampiamente compensata dalla particolare lucentezze del dipinto. grazie e buona serata!!
Bellissimi...ingranditi esprimo tutta la loro poesia.
RispondiElimina________________
Scusami se vado fuori tema....Sono in grave difficoltà a commentare nei blog dove il modulo commenti è posizionato sotto il post e , quindi, anche qui da te: il sistema non mi riconosce e debbo ricaricare continuamente la pagina con conseguente sparizione di ciò che ho appena scritto. Ciò vuol dire che per scrivere un commento impiego un tempo assurdamente lungo. E’ una situazione che si protrae da settimane, anche se cambio browser …niente da fare. Negli ultimi tempi ho trovato un sistemino che qualche volta funziona: clicco con il destro e seleziono “ricarica frame” .Ma da alcuni giorni anche questo funziona una volta sì e dieci no. Quindi mi scuso , mi dispiace moltissimo, continuerò a leggerti tramite Google Reader ma non commenterò più…non ce la faccio, non è proprio umanamente possibile. Non ho alcun problema se i commenti sono in pagina a parte o in finestra pop-up. Ma certo non posso pretendere…. Grazie per la tua comprensione.
Mi dispiace, ma non so se il problema dipenda da me o da te. Io non ho ancora una conoscenza tale del sitema da poter intervenire. Le poche volte sono intervenuto maldestramente, come quando ho cancellato tutte le foto dai post! quindi toccherei il meno possibile. Grazie comunque dei tuoi commenti!
EliminaUn paesaggio leggermente e splendidamente nebbioso ( o forse sono solo io che lo percepisce così), una distanza infinita contenuta in 39 x 24. Uno splendore... complimenti!!
RispondiEliminagrazie Jane, molto gentile!
EliminaDue paesaggi splendidi, pieni di poesia. Non so se la maggiore luminosità del secondo sia dovuta alla carta o all'effetto della foto o del bordo bianco. Nel primo tutto sembra più sfumato, etereo, è forse la carta Artem che risponde così? Ciao!
RispondiEliminaTito, è lo stesso paesaggio. Ho voluto solo far vedere il foglio di carta Artem con i suoi bordi sfrangiati. E in effetti visto così sembra diverso, forse è l'effetto passepartout.
EliminaCiao Mario,vengo a trovarti sul tuo blog e ti dò il benvenuto sul mio.Ci sono tanti post interessanti che mi leggerò un poco per volta.Ammiro il paesaggio padano ,attraverso la poesìa dei tuoi lavori!
RispondiEliminaGrazie Rita, e io ti dò la benvenuta sul mio. Per me la cosa più interessante dei blog è lo scambio di esperienze.
RispondiEliminaCaro Mario, in effetti la prima foto sembra un tantino più scura, ma penso sia dovuto al fatto che la fotocamera digitale, in automatico, fa la media di luci e ombre (detto così è molto banalizzato)e quindi il bordo bianco rende più chiaro il risultato finale. Per ovviare dovresti bloccare l'esposimetro sul riquadro interno del dipinto.
RispondiEliminaComunque il risultato finale è molto bello e delicato, tendente al triste.
Vorrei un approfondimento su quanto mi hai accennato a proposito della cera come finitura:
l'idea della cera mi intriga molto per la qualità "tattile" finale, ma tu la stendi con uno straccio? In tal caso come fai con le tempere, strusciando non si sciupano?
Ciao Mario, complimenti!
Ciao Alessandro, questo confronto con te è molto proficuo! Ti dirò che le due immagini sono scattate con due camere diverse, la prima una piccola Casio, la seconda con una nikon 3000 (obiettivo tamron). La migliore è la prima, secondo me. La Nikon tende, per così dire a separare i colori, come se separasse le mescolanze!!Nell'originale il colore è più uniforme, come nella prima foto.Beh la cera sull'acrilico non ha problemi. Ma non ce li ha nemmeno sulla tempera (anzi lì è molto efficace, visto che l'acrilico è già un pò lucido). Sulla tempera: io aspetto il giorno dopo, poi stendo un sottile strato di cera trasparente con uno straccio (meglio di lana, ma non è essenziale), infine lascio passare almeno un'oretta e quindi ripasso delicatamente con lo straccio asciutto. La tempera non si rovina, al massimo mette in luce qualche asperità che non disturba ed è ampiamente compensata dalla particolare lucentezze del dipinto.
RispondiEliminagrazie e buona serata!!
Hola Mario, he pasado por tu blog y me gusta mucho.
RispondiEliminaUna pintura atmosférica, con un paisaje lejano , maravilloso en su simplicidad.
Un saludo
Grazie Rosa della visita e del commento e buona giornata!
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