E' difficile esprimere l'emozione di un viaggio in Islanda. Una terra così lontana dalla nostra, confinata in un immaginario che esiste, incredibilmente. Fin dai primi momenti, scendendo la scaletta dell'aereo ci si trova in un ambiente, direi, primordiale, dove predomina il nero delle lave millenarie. Lunghe strade sterrate ci conducono in un ambiente dove la Natura vince sempre furiosamente e l'uomo non può che adeguarvisi convivendo con essa.
Ho scattato una infinità di fotografie, ma non è possibile trasmettere il silenzio, componente fondamentale del paesaggio così come la profondità degli orizzonti, i colori dell'aria e del vento, la maestosità delle nuvole, i riflessi delle acque, l'odore acre dei fumi della terra.
It's difficult to express the emotion of a trip to Iceland. A land so far from ours, confined in an imaginary that exists, amazingly. From the outset, descending the stairs of the plane you are in an environment, I would say, primordial, which is dominated by the black lava thousands of years. Long dirt roads lead us in an environment where nature always furiously wins and man can not help but to adapt to living with it. I took a multitude of photographs, but I can not transmit the silence, a fundamental component of the landscape as well as the depth of the horizon, the colors of the wind and air, the majesty of the clouds, water reflections, the acrid smell of fumes of the earth.
acquerello
paesaggio islandese
acquerello
Cielo, Mare, Terra
40 X 28 cm
carta Canson Fontenay 300 gr grana fine
Liberi sognanti armoniosi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaSei il Mario Interiore che dipinge e trasmette tutte le sue emozioni!!
SPLENDIDI!!!!!!!!!!!!
Grazie Miriam! sono appena tornato da Karpathos, un altro luogo meravigliosa ma anche agli antipodi
EliminaHo riportato pure io emozioni indescrivibili "girellandola" in lungo e in largo (soprattutto l'interno) per più di un mese. Spero tanto di poterci ritornare.
RispondiEliminaCiao Sandra, io ho girato solo le coste, tranne un piccolo tratto interna affascinante. Sì credo valga la pena tornarci
Eliminanon conosco l'Islanda,ma credo che hai saputo ricreare alla grande le sue atmosfere,un saluto affettuoso
RispondiEliminaGrazie Gabe! la mia prossima meta sarà....la Sicilia!
EliminaBellissime queste interpretazioni di paesaggi islandesi. Sbaglio Mario, se dico che stai sperimentando nuove tecniche, o per lo meno stai lavorando con un approccio diverso dal tuo solito? Ciaooo!
RispondiEliminaE' proprio così, sto lavorando ad un approccio un po' diverso, spero efficacemente. Grazie e ciaoo!
EliminaCiao,Mario.l'impareggiabile Unitre di Pavìa mi ha fornito ampia documentazione su viaggi in Islanda...devo dire che l'atmosfera e le impressioni sono corrispondenti alle proiezioni di diapositive della prof Calvi!Bravo,Mario!
RispondiEliminaps:la conosci?
Ciao Rita! anni fa, molti per la verità, conoscevo per motivi di lavoro l'ing. Calvi docente alla facoltà di ingegneria
EliminaHello Mario:) I like your paintings of Iceland. With what you told I can make a nice presentation of what it should be there: beautiful!
RispondiEliminaThank You Renate, You are very, very kind!
EliminaComplimenti, Mario: già la tua descrizione di questi paesaggi è emozionante, le immagini poi mi lasciano senza parole per la loro bellezza. Sembra che il foglio emetta una luce che arriva dalle profondità dell'orizzonte, è un effetto magnifico!
RispondiEliminaCiao Lucia! grazie per le tue parole, sei troppo gentile. Sto cercando anche nuovi (per me) senza abbandonare la mia propensione per un acquerello disegnato, ma questi giochi d'acqua e colore mi attirano altrettanto
RispondiEliminaGli "schizzi d'onda" sono tutti notevoli, ma ciò che mi sembrano veramente fuori dell'ordinario sono i paesaggi islandesi, che sono realmente impressionanti perché, pur restando strettamente nell'ambito del paesaggio, sono qualcosa di altro - il paesaggio, se lo vuoi, devi cercarlo con gli occhi nel l'acquerello; ma in fin dei conti potresti anche non volerlo, ed allora resta invece del paesaggio una "atmosfera" e questa quella che conta. C'è un villaggio nel n. 1 "Paesaggio islandese"? Forse si, lo intravvedi - ma ciò impressionano sono quelle nuvole lassù, se sono nuvole e non onde di un mare in tempesta, e l'abisso nella parte inferiore dell'acquerello - se è un abisso! - oppure un lago debordante, e sono queste indeterminatezze che generano inquietudine in chi osserva l'acquerello. Debbo aggiungere che, pur non essendo mai stato da quelle parti, l'Islanda è per me vagamente inquietante, come nei tuoi acquerelli. Anch'io concordo con quel commento che sottolinea che stai cercando nuove strade. Questa potrebbe essere una buona strada, anche se forse un poco diverrsa dai tuoi interessi prevalenti. Tuttavia io credo che ne valga la pena (forse questa serie "islandese" potrebbe essere arricchita. Così anche varrebbe la pena di tenere d'occhio la produzione novecentesca, che vuoi evitare, mi sembra, con troppa ostinazione.
RispondiEliminaGiovanni
Caro Giovanni, sono determinato a percorrere nuove strade, senza abbandonare la vecchia però. Pensavo di farmi aiutare, in questo intendimento, frequentando un ciclo di lezioni del Maestro Gorlini. Ma ad una mia richiesta non è seguito nemmeno un cenno di riscontro. Ma allora sarà proprio vero che anche nel campo acquerellistico, some ho teorizzato in un precedente post, vi è una sorta di "incomunicabilità" tra scuole diverse?
RispondiEliminaVuol dire che cercherò una sintesi per mio conto. Colgo l'occasione per accennare a un problema cui penso spesso. Lo "stile", vale a dire l'impronta che contraddistingue ogni espressione individuale. Io penso di non aver alcuna impronta, alcuno stile, anzi vedo lo "stile", per il momento, come un limite. E' per questo che vivo un dualismo, tra il passato e il presente. Vorrei proiettarmi nel nuovo ma senza abbandonare il vecchio, ammesso e non concesso che lo sia effettivamente. Sono solo pensieri, che meriterebbero di essere approfonditi, ma sento di non avere una cultura sufficiente per farlo.