Insisto ancora con i pastelli, se non altro per giustificare l'investimento fatto negli anni scorsi e anche recentemente. In atelier a Milano da tempo ho oltre 200 pastelli, e a casa recentemente ne ho acquistati una settantina. E, rispetto alle necessità, sembrerebbero ancora pochi. Basta vedere gli studi dei "veri" pastellisti per capire; come quello, ad esempio, di Barbara Benedetti Newton, una bravissima pastellista Newyorkese, che osservo da tempo con tanta, tantissima invidia.
Peraltro non ho ancora trovato un manuale utile allo scopo. A questo proposito si accettano consigli e suggerimenti.
Anche qui sono ossessionato dai supporti. Non ho capito che cosa usino i "veri" pastellisti. Io ho usato nel passato la carta appropriata, una sorta di carta vetrata (ma vetrata non è) che costa però cento volte. Allora mi sono ingegnato e ho trovato un gesso acrilico addizionato con pomice, che opportunamente diluito stendo sul foglio teso a telaio e lascio poi ad asciugare. Così posso disporre di carte a costi molto bassi, come una semplice carta da pacco trattata come sopra.
Lavoro soprattutto in atelier dove la polvere di pastello che si forma e si propaga piacevolmente nell'ambiente non rappresenta un incubo. A casa ho iniziato a lavorare su piccole superfici per evitare il più possibile questo inconveniente.
E se tornassi all'acquerello?