domenica 18 ottobre 2009

Memorie di vecchi tempi: Bologna 10/2

Ecco un passaggio che ritengo tra i più belli e divertenti delle "Memorie", e per questo motivo ho voluto dargli un sottotitolo,"la signora Laureati", che  indubbiamente ne è il personaggio principale. Rileggendolo mi è sembrato vedere un episodio tratto da una sceneggiatura "felliniana", svolgendosi peraltro proprio a Bologna, nella terra di origine del grande Maestro dove, a Rimini, ambientò l'indimenticabile "Amarcord" . Ma potrebbe essere anche tratto da un film di Pupi Avati.

Vol. I Bari 1920 - Bologna 1924

La signora Laureati 

Cominciammo a conoscere alcune famiglie nel palazzo: la signora Benini, del secondo piano, venne a trovare mamma, saputola poco bene; era piuttosto distinta, bolognese puro sangue, il suo argomento preferito di conversazione erano i suoi stessi malanni, cosa che non risollevava certo il morale di mamma; ci vedemmo quindi pochissimo.

Conoscemmo poi la signora Marchesini, nostra dirimpettaia sul pianerottolo: piccola, magra, diffidente, separata dal marito; essa aveva due belle bambine, appena più grandi di noi, con le quali ci vedemmo qualche volta, ed un maschio sui sedici anni, Chicco.

Le ragazzine si chiamavano Albina, la maggiore, bionda, affettuosa, di buon carattere, e Cenci (diminutivo di Vincenza), minore di qualche anno, bruna, riccioluta, con due lunghe trecce, invece piuttosto scostante, introversa e alquanto presuntuosa, forse perchè molto bella. Di Albina, divenuta molto amica di Teresa, sapemmo che era un pò la vittima della madre, che la preferiva alla seconda, probabilmente per affinità di carattere; la giovinetta aveva invece un temperamento da artista, mite e sognatrice, ed artista lo era difatti; vedemmo dei suoi lavori di pittura davvero notevoli; particolarmente incline alla miniatura, ne vedemmo molte, eseguite all'acquarello, veramente deliziose.

Un'altra famiglia, a suo modo abbastanza pittoresca, era quella del marchese Laureati, di Grottammare; anche lui separato di fatto dalla moglie, bellissima e giovane, perchè ostinato nel voler vivere nella sua cittadina di Grottammare, dove pare, chissà, lo trattenevano anche interessi terrieri o altre attività, mentre lei preferiva abitare a Bologna.
Avevano due figlioletti, molto simpatici, con i quali ci vedemmo spessissimo: si chiamavano Mario e Gianni, e il padre veniva ogni tanto a vederli; ricordo di averlo incontrato qualche volta, piuttosto minuto, magro, il viso sempre teso e triste, non poteva certo essere il tipo di uomo che potesse tenere avvinto a sè l'interesse di una donna così piena di vita e di esuberante bellezza come sua moglie, e difatti le scenate di gelosia erano frequentissime fra loro, durante le quali i bambini erano mandati in tutta fretta da noi.

Il modo nel quale venimmo ad essere amici fu, appunto, piuttosto inusuale, e depose per noi subito in loro favore.
Successe che in una delle nostre poche uscite domenicali, nel rientrare a casa ci accorgemmo di aver dimenticato le chiavi della porta dell'appartamento; che fare? Era piuttosto tardi, eravamo stati al cinema, forse, o a trovare degli zii che abitavano molto lontano; bussammo intanto a questa famiglia che conoscevamo appena di vista, e raccontando la nostra disavventura trovammo in loro la massima comprensione e premura. Vollero assolutamente che fossimo loro ospiti, per quella notte, cosa che divertì moltissimo noi bambini, e con tanto garbo davvero, ci approntarono dei letti di fortuna, in salotto e nelle altre varie stanze; avemmo così occasione di apprezzarne la loro spontaneità e la signorilità del loro animo. Il mattino dopo, naturalmente, babbo si affrettò a cercare un fabbro che ci aprisse la porta, e, ringraziando di cuore i nostri ospiti, rientrammo finalmete a casa.

Da allora ottimi rapporti di amicizia si instaurarono fra noi, e, per quanto la signora Laureati fosse assai più giovane di mamma, un grande sentimento di affetto nacque fra loro, fatto di fiducia e di desiderio di comprensione da parte della signora, e di benevolenza e indulgenza da parte di mamma.

Era pur vero che essa era di una bellezza straordinaria, alta, ben fatta, un pò formosa, forse, ma slanciata, il viso dai lineamenti perfetti, una vera statua greca; l'espressione dei suoi occhi neri era vivace e languida nello stesso tempo, la voce calda e sensuale; abbastanza logico, quindi, il sentimento di gelosia da parte del marito, fra l'altro ancora pazzamente innamorato di lei, ben conscia, d'altronde della sua bellezza e piena di passionalità e di vitalità; non si poteva sapere, quindi, onestamente fino a che punto la gelosia del marchese fosse giustificata.

A proposito della gelosia un avvenimento è rimasto particolarmente vivo nella sua memoria, anche perchè da noi bambine assolutamente imprevisto e inusuale.
Eravamo andate da Mario e Gianni, come al solito, per giuocare un pò, quando ad un tratto scoppiò un baccano infernale; esso proveniva dalla stanza da letto della signora Ines. Abbastanza spaventati uscimmo dalla camera dei giuochi e vedemmo il marchese mentre scuoteva furiosamente un bel  giovanotto "amico di famiglia", che avevamo visto altre volte e si chiamava Diego, il quale difendendosi al meglio, cercava di infilare la porta per andarsene. A questo punto la signora, agitatissima e molto elegante nella sua preziosa vestaglia di pizzo, con una bella treccia bruna su di una spalla, lo prevenne, ed aperta la porta bussò disperatamente al nostro uscio di casa, chiamando ad altissima voce: signor capitano, signor capitano! ci aiuti. la prego, venga presto!

Al che la porta si aprì immediatamente e nostro padre, stupefatto, si vide invadere la casa sia dalla signora Ines che dal bellissimo Diego, che protestando energicamente la sua innocenza, mostrava una ciocca dei suoi biondi capelli, evidentemente strappatogli dal marchese, arrivato tempestivamente per una delle sue rare visite ed avendo visto o intuito qualcosa che lo aveva mandato fuori di sè!

Mamma, per prima cosa, ci fece entrare con i nostri amichetti nella nostra camera, per riprendere tramquillamente a giuocare, e dilà sentimmo tutte le concitate e confuse spiegazioni, condotte soprattutto dal signor Diego, che voleva assolutamente denunziare ai carabinieri l'aggressione subita.
Con calma e con molta cortesia babbo gli fece capire come forse sarebbe stato meglio lasciar cadere la cosa, mentre la bella signora Ines si scioglievain lacrime, con una certa maestosa teatralità. Del...

Ahimè qui il racconto si interrompe, forse è andata perduta proprio la pagina finale di questo gustosissimo episodio!

Memorie dei vecchi tempi - anteprima

2 commenti:

  1. BELLO ANCHE QUESTO SI VEDE CHE IL RICORDO DELLA VITA A BOLOGNA ERA PER ZIA ANNA MOLTO CHIARO . CIAO PIO

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  2. uffah....trovala la pagina!
    Troppo coinvolgenti queste pagine.

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