mercoledì 1 luglio 2009

Memorie di vecchi tempi: 8 - Altri svaghi

Vol. I Bari 1920 - Bologna 1924 Spesso, quando si presentava l'occasione di qualche spettacolo un po' interessante, un po' diverso dal solito, i nostri genitori ci conducevano con loro a vederlo; così avvenne per qualcosa che mi colpì molto e che mi è rimasto impresso con una certa vivacità nella mente. Si trattava di una serie di personaggi in cera, che vedemmo nel grande baraccone di una fiera, quando avevo, forse, cinque o sei anni, e che, eseguite in grandezza naturale, rappresentavano scene prese da antiche storie o leggende, tipo Sigfrido che lotta con il drago oppure Genoveffa di Brabante nella foresta, in mezzo alle belve, oppure, ancora, rappresentavano episodi presi dall'Antico Testamento, ed erano eseguite in modo assolutamente particolare, in quanto i vari personaggi si muovevano, no solo, ma ...respiravano, sissignori, respiravano!!! Come gli artigiani, anzi gli artisti, poiché questi gruppi di statue erano veramente belli, fossero riusciti ad ottenere un simile risultato rimase un mistero, e l'impressione e la curiosità di tutta Bari fu enorme. Ricordo perfettamente la scena di Orlanduccio ed il leone, non poteva essere che quella, con una donna, la madre senza dubbio, che stringendo al petto un bambino, ansava vistosamente, con gli occhi pieni di terrore che si muovevano spalancati, mentre tutta la persona tremava di spavento, ed il leone, grande ed incombente, la fissava aprendo e chiudendo le fauci; nello stesso modo i guerrieri snudavano le spade, Sigfrido uccideva il drago, che dimenava la grossa e lunga coda, e poi angeli, beduini, cavalli, tutto respirava ed era in movimento, ma non con scatti legnosi e meccanici, ma con grazia e morbidezza, in modo dunque assolutamente naturale! Non ho mai veduto in vita mia più nulla di simile, e credo che nessuno mai lo abbia veduto. Si andava anche al cinema, qualche volta, e sempre ne uscivo frastornata, tesa e con un mal di capo da morire. Non mi ricordo di aver mai sofferto tanto con il dolore alla testa come in quelle occasioni! Eppure ci andavo volentieri, anzi con entusiasmo, anche se in fondo capivo poco di quelle immagini che si agitavano sullo schermo e che mi affascinavano; mi sforzavo spasmodicamente di arrivare in tempo a leggere le didascalie che apparivano tra una scena e l'altra, ma difficilmente ci riuscivo, da ciò la confusione e la stanchezza cerebrale che ne seguiva; aggiungo che non esisteva allora il divieto di fumare in sala, quindi dopo un po' di tempo una pesante nuvola di fumo ci avvolgeva tutti, una vera camera a gas! Ciononostante mi piaceva tantissimo: tutte quelle belle signore, pesantemente truccate, che ridevano o piangevano con tanto impegno, che si disperavano aggrappandosi ad ogni tenda, e ce n'erano tante! quei signori con baffi e cilindro che guardavano sdegnosi, ghignando, oppure si gettavano ai loro piedi strabuzzando gli occhi, mi meravigliavano proprio, e, nello stesso tempo, mi commuovevano; ascoltavo, poi, a casa, i commenti di mia madre, mentre ne parlava con babbo, e l'ammirazione che percepivo per le varie Lide Borelli, o per Francesca Bertini confermavano il mio apprezzamento per questo magnifico e fantasioso divertimento. C'erano poi i films con grandi movimenti di masse, che entusiasmavano tutti, dei quali naturalmente non ricordo che qualche titolo, il film "Quo vadis", per esempio, oppure "Christus", che mi commosse profondamente facendomi piangere a calde lacrime; un film del quale non ho più inteso parlare e che ci colpì moltissimo, Marcella a me, era intitolato, ricordo, "teodora imperatrice di Bisanzio", dove l'attrice aveva con , nei suoi saloni, perfino una tigre vera! Ritornate a casa, nei giorni seguenti, ci divertimmo un mondo a rifare, scimmiottandole, alcune di quelle scene e di quei personaggi, recitandole, abbigliate con vecchi vestiti di mamma, un po' convinte ed un po' ridendo senza neanche capire di che cosa si trattasse, tanto grande era il fascino che il fatto teatrale suscitava in noi! In realtà eravamo troppo piccole per intuire la straordinarietà del nuovo mezzo di spettacolo che si evolveva rapidamente sotto i nostri occhi; quei primi grandi films italiani, che dovevano diventare un modello, più tardi, per tanti celebri cineasti tedeschi e americani, apparivano a noi qualcosa del tutto naturale e l'accettavamo con molta più semplicità e naturalezza dei nostri genitori. memorie di vecchi tempi - anteprima

3 commenti:

  1. Questo documento è eccezionale!

    E anche la tua pazienza nel trascrivere gli scritto non è da meno...

    E poi filmS...le didascalie tra una scena e l'altra...Soggetti storici e mitologici.

    Pensa se in quegli anni avessero proiettato uno dei tanti cinepanettoni, chissà che avrebbero detto le piccole!

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  2. Ah sì è stupefacente, e il prossimo capitoletto intitolato "la partenza" è uno dei più belli, secondo me. Lo trascrivo volentieri, me lo fa rileggere con attenzione, è un modo per gustare questa aria di "vecchi tempi", è un piacere. Mi spiace solo che vorrei corredarlo sempre di qualche piccolo disegnino o acquarello, ma non ce la faccio. Qui ci vorrebbe la mano e la fantasia del Maiotti. Ad esempio la scena della partenza da Bari si presterbbe molto ad una bella illustrazione. Ho ripiegato su un mio acquarellino di qualche tempo fa. Ma ti lascio la suspense, ne riparliamo a fine agosto. Intanto mi porto avanti co la trascrizione.
    Dovresti un giorno spiegarmi dova diavolo abiti un giorno. Le tue note sul Palio sono bellissime e molto molto interessanti!
    Ciao
    mario

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  3. Bellissimo ,e' descritta molto bene l'atmosfera delle prime proiezioni cinematografiche! Non l'avevo letta prima! Ciao Pio

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