IL VIAGGIO
giovedì 28 maggio 2009
Memorie di vecchi tempi: 5 - Noi sorelle
Memorie di vecchi tempi: 4 - amici
mercoledì 27 maggio 2009
Sulla strada per Monticello (acquarelli a confronto)
martedì 26 maggio 2009
domenica 24 maggio 2009
memorie di vecchi tempi: 3 - La scuola
venerdì 22 maggio 2009
mercoledì 20 maggio 2009
En plein air
Riproverò in atelier ...al fresco
martedì 19 maggio 2009
lunedì 18 maggio 2009
Pietre
Discendi nel giardino o sulla strada, e raccatta la prima pietra tonda od ovale che ti capiti tra i piedi; non troppo bianca, né troppo oscura; e più sarà liscia, meglio sarà, purchè non sia rilucente.
Porta la tavola vicino alla finestra e metti la pietra, che suppongo press'a poco della grossezza di a, fig 5 (non in questo testo) (ed è meglio che non sia molto più grande), su di un pezzo di carta non bianca affatto, di fronte a te sulla tavola. Collocati in modo che la luce venga dalla tua sinistra, per non essere impedito dall'ombra del lapis, che altrimenti si intrometterebbe tra la tua vista e il tuo lavoro. Non devi lasciar cadere il sole sulla pietra, ma soltanto la luce ordinaria; scegli perciò una finestra donde non entri il sole. Se puoi chiudere le imposte delle altre finestre della stanza, sarà molto meglio, ma ciò non ha grande importanza.
Ora, se tu riesci a disegnar bene questa pietra, tu potrai in seguito disegnare qualunque cosa; intendo dire qualunque cosa che si possa disegnare. Molte cose ( la schiuma del mare, per esempio) non si possono disegnare; se ne può dare solo un'idea più o meno approssimativa e convenzionale; ma se riesci a disegnare giustamente la pietra, ogni cosa che sia nel dominio dell'arte sarà pure in quello delle tue forze. Imperocchè il disegno dipende anzitutto dall'abilità nel rappresentare la Rotondità. Una volta che tu ti riesca, tutto il resto è facile e viene da sé; se invece non vi riesci, nessun'altra cosa che tu sappia fare potrà esserti utile. Poiché la Natura è tutta creata sul principio della rotondità; non è la rotondità di globi perfetti, ma quella di superfici variamente curve. I rami sono tondi, le foglie sono tonde, le pietre, tonde; tonde sono le nubi, tonde le guancie e tondi i riccioli; in natura, come non vi ha il vuoto assoluto, così non vi è una cosa perfettamente piana. Il mondo stesso è tondo, e tale è, più o meno, tutto quanto esiste su di esso, salvo quanto è opera dell'uomo, la quale, invero, è spesso molto piatta.
Accingiti, dunque, seriamente, a riprodurre la rotondità di quella pietra, e avrai vinto la battaglia.
The Elements of Drawing (Paperback) 1857
John Ruskin
martedì 12 maggio 2009
Memorie di vecchi tempi: 2- La nostra casa
sabato 9 maggio 2009
Memorie di vecchi tempi: 1- Infanzia
Piante, bellissime e verdissime, ce n'erano un po' dappertutto; poichè mia madre aveva vissuto, fino al suo matrimonio, in un grosso paese, Mesagne, vicino a Brindisi; durante l'inverno nel palazzotto di famiglia, nel cuore del paese, e moltissimo, per la più parte dell'anno, in campagna, nella grande villa fatta costruire dal nonno, "La vergine", sulla via di Latiano, una grande tenuta che mi affascinava per la grande estensione e per il fatto che, a un certo punto, era attraversata dal passaggio del treno, cosa che ci divertiva moltissimo ed era meta di passeggiate quasi quotidiane. Mia madre aveva perciò un vero culto per tutto quanto riguardava le piante ed i fiori, e non poteva vivere senza sentirsene circondata; spessissimo, nel raccontare la sua vita giovanile, una nota di nostalgia vibrava nella sua voce sonora, rammentando il chiaro di luna, in estate, sul lungo viale dei "corbezzoli", altissimi e folti alberi dai frutti rossi come fragole ma dal sapore asprigno e selvatico, dove di passeggiava fino a tardi, per godere un po' di fresco dopo la lunga giornata assolata e caldissima. Per questo, per quanto stava in lei, adornava la casa e curava con grande amore le numerose piante, che coccolava un po' dovunque nell'ingresso, sui balconi, nella sala da pranzo, ed alcune sul piccolo terrazzo interno, al quale si accedeva dalla nostra camera da letto o dalla cucina e che aveva trasformato in una vera piccola serra di fiori. Non ero, penso, una bimba precoce, ma intelligente e fantasiosa sì; e quanti bambini da me conosciuti, non erano anch'essi, come me allora, bambinetta attonita e pure ardente di una complessa vita interiore, affacciarsi, distaccati, sulla'alienante mondo della realtà? Il mio mondo era ben diverso: vago, pieno di sensazioni ora luminose, ora terribilmente oscure, con un senso di fatalità incombente sulla mia piccola persona, tanto da togliermi completamente qualsiasi velleità di resistenza; da ciò forse quella mia impassibilità in ogni occasione familiare particolarmente seria, spesso scambiata dai miei per indifferenza, o, anche forse, per insensibilità di animo. Le rare volte che mi divertivo a tracciare segni, col mio ditino, sullo specchio grande dell'armadio di mamma, intravvedevo con mia sorpresa, due occhi neri, non grandi, che mi guardavano brillanti ed assorti dalla lastra lucente, ed anche il faccino dove erano quegli occhi era molto bruno, rotondetto, e bruna era anche la lunga frangetta di capelli che sfiorava le sopracciglie ben disegnate e nerissime. Mi trovavo molto brutta, forse non lo ero, proprio non so, ma ciò che mi innervosiva e mi faceva allontanare indispettita dallo specchio era il fatto che non mi riusciva proprio di credere che quella faccia fosse proprio la mia, quella bocchina, quella personcina un po' grassoccia e goffa fossero mie; mi sentivo talmente diversa ed estranea a quella fisionomia là, nello specchio, che proprio non riuscivo a riconoscermi in essa. Solo più tardi, molto più tardi, incominciai ad abituarmi al mio viso ed a rassegnarmi che fosse fatto proprio in quel modo! Ci eravamo trasferiti a Bari, da Napoli, quasi subito dopo la mia nascita; non ricordavo quindi assolutamente nulla della mia città natale, ed in realtà non ci pensai mai; in quella grande casa, dove abitavamo, dalla fisionomia antica, dagli altissimi soffitti, sempre un po' buia, io mi sentivo del tutto a mio agio; essa era il mio regno, il mio silenzioso regno, ed è proprio questo, il silenzio, ciò che ricordo maggiormente in quei primi anni,uno degli elementi più preziosi e belli che mi circondava. Esisteva davvero, oppure era uno dei doni della mia candida infanzia? Quel non afferrare che a tratti i brutti rumori esterni, le grida vivaci delle domestiche sui poggioli interni, lo sbalzellare delle ruote pesanti sul selciato ineguale delle strade, le discussioni dei grandi, i pianti e i bisticci delle sorelline! memorie di vecchi tempi - anteprima
venerdì 8 maggio 2009
memorie di vecchi tempi - anteprima
Perchè non voglio dimenticare. Perchè è giusto che non sia dimenticato. Perchè nella vita di una persona, anche nella più comune e normale c'è tutto un mondo ignorato che può anche essere affascinante, dal quale ognuno di noi, forse, può trarre conforto o insegnamento.Teresa, mia madre, è mancata nel 1989, Anna e Marcella si sono spente a pochi giorni una dall'altra alcuni anni or sono. Quando ho riletto questo testo ho pensato, da "figlio" del nord Italia, che questa è anche una storia, come tante, di un legame profondo nel tempo e nello spazio tra nord e sud, e mi fa riflettere sul come sia bello sentirsi fortemente radicati in questo nostro Paese, tutto intero. Pubblicare tutto il dattiloscritto, che contiene anche molte fotografie d'epoca (purtroppo poco leggibili perchè son fotocopie di foto), è arduo, però ogni tanto potrei pubblicarne qualche brano. Credo che zia Anna ne sarebbe stata felice.
mercoledì 6 maggio 2009
Appunti di viaggio: vivere in masseria
martedì 5 maggio 2009
IL VIAGGIO di Ettore Maiotti
Ettore Maiotti e Mario Piana alla mostra "La Bottega delle Arti" alla galleria Bolzani a Milano - 7 maggio 2009
Ettore Maiotti è il mio Maestro. L'ho conosciuto leggendo uno dei suoi numerosi libri, il "Grande Manuale di Acquerello", un libro che mi è capitato di sfogliare quasi per caso, prestato da un'amica. E mi ha colpito subito, non solo per la completezza la ricchezza di contenuti e la chiarezza di esposizione, ma anche perchè tra un consiglio , un' un'indicazione tecnica e l'altra, il testo racconta una storia di vita artistica vissuta, sempre con grande intensità. E' dunque molto di più di un manuale di pittura, è un libro scritto a due mani, con Luisella Lissoni, anch'essa mia preziosa Maestra. E sono quindi diventato un assiduo frequentatore della loro scuola a Milano, la "Bottega delle Arti".
IL VIAGGIO