IL VIAGGIO
giovedì 28 maggio 2009
Memorie di vecchi tempi: 5 - Noi sorelle
Memorie di vecchi tempi: 4 - amici

Ma torniamo ai nostri amici baresi, che furono tanti e tutti molto affettuosi, venivano spesso a trovarci intrattenendosi anche fino a tardi. Noi bimbe però facevamo una vita tutta a parte; la sera si cenava presto e si andava a letto.E mentre dormivamo, nei nostri lettini, ci capitava spesso di svegliarci per qualche minuto, al suono delle varie voci che venivano dal salone; oppure erano soltanto le voci dei nostri genitori, che parlavano fra di loro mentre facevano la loro piccola cena, e quanta pace e quanto amore in quelle brevi conversazioni, in quel tranquillo rievocare le varie vicende del giorno, fatte un pò sottovoce, nel silenzio della notte! ..................................................................................................................................... In alcune grandi occasioni, invece, per esempio, di ricevimenti, ci si permetteva di non andare a letto subito, ed allora, dalla nostra camera o dalla cucina, occhieggiavamo, gironzolando, l'arrivo degli ospiti, tante signore eleganti, signori, signorine; seguivamo tutti i preparativi in cucina, facendo qualche volta disperare le domestiche, osservavamo i fornitori che andavano e venivano portando vassoi con tante cose buone da offrire agli invitati, pasticcetti rustici da tenere bene in caldo ( nel rustico "forno da campagna" sui fornelli a carbone), torte dolci, paste fra le quali le famose "veneziane", spece di "diplomatici" di grande formato, e tante altre golosità. Mia madre si produceva a sua volta nel suo famoso "Pan ducale", rimasto memorabile in famiglia, specie di pan i Spagna delicatissimo, la cui pasta filante era stata lavorata per ore, e con tutte le sue energia da ventenne, dal nostro bravo attendente (devo dire che da allora non ho più mangiato nulla di più delizioso!); incuriosite ascoltavamo l'eco della musica che veniva da salone, il mormorio delle voci che si manifestava stranamente ad ondate, a volte più forte, a volte più piano. Quando divenimmo più grandine, fummo ammesse anche noi, almeno fino a una certa ora, a queste feste, con mille raccomandazioni ed ammonimenti di stare tranquille e non disturbare gli ospiti, istruzioni alle quali ci attenevamo scrupolosamente. Così potemmo ascoltare anche noi della discreta musica per pianoforte, suonata da qualche volenterosa amica di mamma, musica da salotto, del tempo, indubbiamente, ma che entusiasmava ugualmente gli ascoltatori; ricordo la signorina Agostinaccio, un cognome che mi impressionava notevolmente, alta magra, non tanto giovane, un piglio sicuro; la signora Carofiglio, dai candidi capelli ed il sorriso dolce, anche lei discreta pianista, che voleva il figliolo accanto a sè quando suonava per timore di emozionarsi troppo; poi c'era la signorina Franceschin che invece cantava le romanze in voga di Tosti e Denza, ed anche qualche bella canzone napoletana, mentre la bella e simpatica signora Verola, Nina, per mamma, della quale era carissima amica fin dalla prima giovinezza, in possesso di una magnifica voce di contralto, ci faceva ascoltare ogni tanto delle belle arie di opere, come " Stride la vampa" del Trovatore, oppure "O mio fernando" dalla " Favorita" di Donizetti. E le luci dei candelabri erano così scintillanti e tutti quei vestiti vaporosi, quei colori che affascinavano... a noi sembraba vivere in un sogno, così io lo ricordo ora, un vago e brillante sogno...
E qui, cari amici, mi fermo nella trascrizione di questo capitolo, anche perchè mosso dalla commozione. Il testo prosegue ancora ed entra più nel merito della descrizione delle singole persone, un ricordo struggente di amici di un tempo, con i quali Anna ha condiviso una parte della vita, e con alcuni ha consolidato un amicizia durata anche per molti anni.
Ma ho voluto solo riportare la prima perte del capitolo, dove Anna descrive (a mio avviso con grande efficacia) il contesto familiare e sociale del tempo, con i dolci occhi dell'infanzia, e sembra quasi di vederle queste tre sorelline origliare i discorsi dei "grandi" e godere dei momenti di gioia della famiglia.
E' curioso osservare come anche ai "miei tempi" noi bambini venivamo mandati a letto presto , dopo "Carosello", e origliavamo il confuso borbottio delle prime televisioni serali...
memorie dei vecchi tempi - anteprima
mercoledì 27 maggio 2009
Sulla strada per Monticello (acquarelli a confronto)
martedì 26 maggio 2009
domenica 24 maggio 2009
memorie di vecchi tempi: 3 - La scuola
venerdì 22 maggio 2009
mercoledì 20 maggio 2009
En plein air
Riproverò in atelier ...al fresco
martedì 19 maggio 2009
lunedì 18 maggio 2009
Pietre
Discendi nel giardino o sulla strada, e raccatta la prima pietra tonda od ovale che ti capiti tra i piedi; non troppo bianca, né troppo oscura; e più sarà liscia, meglio sarà, purchè non sia rilucente.
Porta la tavola vicino alla finestra e metti la pietra, che suppongo press'a poco della grossezza di a, fig 5 (non in questo testo) (ed è meglio che non sia molto più grande), su di un pezzo di carta non bianca affatto, di fronte a te sulla tavola. Collocati in modo che la luce venga dalla tua sinistra, per non essere impedito dall'ombra del lapis, che altrimenti si intrometterebbe tra la tua vista e il tuo lavoro. Non devi lasciar cadere il sole sulla pietra, ma soltanto la luce ordinaria; scegli perciò una finestra donde non entri il sole. Se puoi chiudere le imposte delle altre finestre della stanza, sarà molto meglio, ma ciò non ha grande importanza.
Ora, se tu riesci a disegnar bene questa pietra, tu potrai in seguito disegnare qualunque cosa; intendo dire qualunque cosa che si possa disegnare. Molte cose ( la schiuma del mare, per esempio) non si possono disegnare; se ne può dare solo un'idea più o meno approssimativa e convenzionale; ma se riesci a disegnare giustamente la pietra, ogni cosa che sia nel dominio dell'arte sarà pure in quello delle tue forze. Imperocchè il disegno dipende anzitutto dall'abilità nel rappresentare la Rotondità. Una volta che tu ti riesca, tutto il resto è facile e viene da sé; se invece non vi riesci, nessun'altra cosa che tu sappia fare potrà esserti utile. Poiché la Natura è tutta creata sul principio della rotondità; non è la rotondità di globi perfetti, ma quella di superfici variamente curve. I rami sono tondi, le foglie sono tonde, le pietre, tonde; tonde sono le nubi, tonde le guancie e tondi i riccioli; in natura, come non vi ha il vuoto assoluto, così non vi è una cosa perfettamente piana. Il mondo stesso è tondo, e tale è, più o meno, tutto quanto esiste su di esso, salvo quanto è opera dell'uomo, la quale, invero, è spesso molto piatta.
Accingiti, dunque, seriamente, a riprodurre la rotondità di quella pietra, e avrai vinto la battaglia.
The Elements of Drawing (Paperback) 1857
John Ruskin
martedì 12 maggio 2009
Memorie di vecchi tempi: 2- La nostra casa

sabato 9 maggio 2009
Memorie di vecchi tempi: 1- Infanzia
Piante, bellissime e verdissime, ce n'erano un po' dappertutto; poichè mia madre aveva vissuto, fino al suo matrimonio, in un grosso paese, Mesagne, vicino a Brindisi; durante l'inverno nel palazzotto di famiglia, nel cuore del paese, e moltissimo, per la più parte dell'anno, in campagna, nella grande villa fatta costruire dal nonno, "La vergine", sulla via di Latiano, una grande tenuta che mi affascinava per la grande estensione e per il fatto che, a un certo punto, era attraversata dal passaggio del treno, cosa che ci divertiva moltissimo ed era meta di passeggiate quasi quotidiane.
venerdì 8 maggio 2009
memorie di vecchi tempi - anteprima
Perchè non voglio dimenticare. Perchè è giusto che non sia dimenticato. Perchè nella vita di una persona, anche nella più comune e normale c'è tutto un mondo ignorato che può anche essere affascinante, dal quale ognuno di noi, forse, può trarre conforto o insegnamento.Teresa, mia madre, è mancata nel 1989, Anna e Marcella si sono spente a pochi giorni una dall'altra alcuni anni or sono. Quando ho riletto questo testo ho pensato, da "figlio" del nord Italia, che questa è anche una storia, come tante, di un legame profondo nel tempo e nello spazio tra nord e sud, e mi fa riflettere sul come sia bello sentirsi fortemente radicati in questo nostro Paese, tutto intero. Pubblicare tutto il dattiloscritto, che contiene anche molte fotografie d'epoca (purtroppo poco leggibili perchè son fotocopie di foto), è arduo, però ogni tanto potrei pubblicarne qualche brano. Credo che zia Anna ne sarebbe stata felice.
mercoledì 6 maggio 2009
Appunti di viaggio: vivere in masseria
martedì 5 maggio 2009
IL VIAGGIO di Ettore Maiotti
Ettore Maiotti e Mario Piana alla mostra "La Bottega delle Arti" alla galleria Bolzani a Milano - 7 maggio 2009
Ettore Maiotti è il mio Maestro. L'ho conosciuto leggendo uno dei suoi numerosi libri, il "Grande Manuale di Acquerello", un libro che mi è capitato di sfogliare quasi per caso, prestato da un'amica. E mi ha colpito subito, non solo per la completezza la ricchezza di contenuti e la chiarezza di esposizione, ma anche perchè tra un consiglio , un' un'indicazione tecnica e l'altra, il testo racconta una storia di vita artistica vissuta, sempre con grande intensità. E' dunque molto di più di un manuale di pittura, è un libro scritto a due mani, con Luisella Lissoni, anch'essa mia preziosa Maestra. E sono quindi diventato un assiduo frequentatore della loro scuola a Milano, la "Bottega delle Arti".
IL VIAGGIO