sabato 27 giugno 2009

Studio di alberi

Lanca del fiume Adda,tre studi preparatori per un acquarello
Uno dei problemi principali che incontro nella realizzazione degli acquarelli, è quello della rappresentazione degli alberi, forse è il principale problema dei pittori, connesso con quello della giusta rappresentazione del verde, in assoluto il più difficile da controllare. Ricordo la prima volta che ho incontrato il mio maestro Ettore Maiotti che mi ha detto subito: "Non ci siamo con i verdi" e credo che lo pensi ancora, giustamente. D'altra parte sono nella media di coloro che tentano di dipingere, e mi consola il fatto che anche grandi artisti del passato hanno penato una vita alla ricerca del verde giusto. Ma non è solo un problema di colore, è innanzitutto un problema di disegno. A questo proposito sono molto significative le pagine dedicate a ciò da John Ruskin nel suo manuale di disegno. Beh io naturalmente realizzo disegni ben lontani dalla purezza e perfezione degli acquarellisti inglesi, ad esempio, però mi sforzo di capire la struttura essenziale delle alberature, insomma le loro linee principali, l'andamento del fogliame e, per quando possibile i diversi toni dell'immagine. I grandi acquarellisti infatti avevano una grande capacità di "capire" il paesaggio naturale già nell'impostazione del disegno e poi nella successiva fase di stesura dei colori , e avevano la grande capacità di individuare sempre le giuste tonalità con esiti di grande armonia, atmosfera, effetti di profondita ecc... E per darvi la prova dell'abisso profondo che sento quando vedo i disegni di un acquarellista come J.S.Cotman , vi invito ad osservarne uno . Tornando ora al colore, nella mia tavolozza la presenza del verde puro, quello del tubetto per intenderci , è limitata e complementare. Infati i miei verdi sono in gran parte ricavati da mescolanze di giallo e blu, con l'aggiunda di qualche altro colore per rendere più caldo o più freddo il verde, per gli effetti di lontananza o vicinanza o per le gradazioni e sfumature che sono pur sempre presenti della immensa varietà e variabilità degli effetti in ragione della luce, delle ombre e dei riflessi. Il verde puro viene solo aggiundo, quindi, per correggere e/o ravvivare la mescolanza di blu/azzurro e giallo. Ecco perche nei miei soggetti prediligo rappresentare la natura, perchè è una sfida continua, una guerra che non vorrei perdere, anche se sto perdendo molte battaglie. E appunto ne ho ingaggiata una, in questi giorni, imbattendomi in questa superba lanca del fiume Adda (le foto sono sul blog in un post di qualche settimana fa). E mi sono accanito a tal punto da farne una sorta di mia"montaigne Sainte Victoire", replicando per tre volte il tentativo di rappresentarla. E, certo, non è finita qui!

12 commenti:

  1. Ciao Mario, a me sembrano venuti bene ma si sa non si é mai contenti...

    buona domenica :-)

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  2. Mah, a vederli a computer, in efetti non sembrano male, dal vero...
    ciao Laura, grazie del commento e buona domenica

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  3. E' vero, non è facile controllare i verdi, con i colori opachi come oli e acrilici mi riesce meglio...comunque hai fatto un ottimo lavoro, ciao, Arianna!

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  4. Grazie Arianna, con oli e acrilici non so, ma con l'acquarello...è una sofferenza

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  5. Ciao Mario, sono anch'io un pò come te, spesso faccio e rifaccio lo stesso soggetto per "imparare" a controllare il colore o per riuscire ad arrivare ad un risultato finale che mi soddisfi. Da parecchio tempo ormai, il mio tentativo con gli acquerelli è quello di arrivare a dipingere, i vari soggetti che scelgo, sempre più in maniera "impressionista" e sempre meno in maniera fotografica. Non so se il termine "impressionista" sia quello giusto, comunque, penso che tu mi abbia capito (ognuno poi ha il proprio stile).
    I tuoi ottimi tre lavori sono un bellissimo esempio della ricerca e della fatica che dedichi alla nostra comune passione, l'acquerello.
    PS : forse è inutile chiedertelo visto quanto hai lavorato sui verdi: conosci il "verde perylene" della Winsor & Newton? E' un verde scuro che trovo molto utile sia da solo che in miscela con verdi più chiari o altri colori.

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  6. Stai proprio diventando un perfezionista!Fare arte e' proprio cosi' non accontentarsi mai,ma stai facendo cose molto belle e il tuo stile non puo' e non deve essere paragonato ad altri.Inestardirsi sui soggetti anche non lo trovo giusto poiche'a volte il contrasto ombre e colori a volte ,se non sono ad ok , creano problemi .Questo e' il mio parere...buon lavoro Pio

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  7. Mario mi sembra che i tuoi 3 acquerelli siano riuscitissimi. La "ricerca" del verde è sempre continua...è anzi credo sia il colore più difficile in assoluto da rendere per le infinite variazioni che ha in natura. E poi se si pensa agli infiniti tipi di vegetazione!
    Però il bello dell'arte credo sia proprio il non fermarsi mai. Ricercare continuamente. Dipingere in fondo è ricercare se stessi attraverso l'esprssione del segno e del colore e non si finisce mai di "ri-trovarsi". E poi si cambia continuamente come cambiano le stagioni e i colori delle stagioni stesse.
    Credo comunque che i tuoi verdi (avendo visto anche i tuoi splendidi acquerelli dal vero) siano splendidi e il tuo maestro non può che esserne fiero!! ciao!

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  8. @Tito
    Ciao Tito, mi piace moltissimo il verde di perylene, così come il verde di hooker (si chiama così?). Però io uso comporre i verdi e poi correggerli, uso il verde permanente, o smeraldo, molto bello anche il verde vescica. Sto entrando a poco a poco inquesto mondo e preferisco una tavolozza semplice che, con il tempo, potrà essere integrata. Ad esempio non ho ancora una esatta comprensione dell'uso delle terre, comincio solo ora a distinguere l'ombra bruciata dalla siena bruciata oppure l'ocra gialla dalla siena naturale.

    @Pio
    grazie pio dei tuoi suggerimenti, ma non mi capita tutti i giorni di ripetere un soggetto, questo era particolarmente accattivante e particolarmente difficile(per me), e quindi ho un pò insistito.

    @Miriam
    grazie Miriam della tua gentilezza! ma credo che questi acquarelli siano soprattutto "fotogenici" ah ah
    Ti aspetto a Celle
    ciao

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  9. mah...io penso che sei esagerato!
    Ma ognuno si sente "bene" secondo il proprio sentire e quindi praticare.
    I colori ad olio credo siano diversi, ma penso anche io che il verde sia assolutamente il colore più difficile e complicato da riprodurre.
    Ma mi chiedo..perchè riprodurre? Forse si può anche fantasticare col verde!
    Per quel che mi riguarda uso solo il verde vescica e spesso anch' io mischio il blu-azzurro con i gialli e l'ocra, ma anche io come Tito preferisco essere più spontanea, senza troppe perfezioni, insomma "impressionista", perchè amo molto la "spontaneità" e l'immediatezza nel porre il colore.Ognuno, come dicevo, dipinge come meglio crede, importante che esterni se stesso.
    Le tue prove sui verdi le trovo molto valide, ma mi sembra che il riflesso nell'acqua sia esageratamente scuro e tralascia la parte chiara che invece dovrebbe riflettersi nelle acque.
    Forse è solo la foto che fa questo effetto?
    Se vuo davvero riprodurre e quindi fare quasi un dipinto fotografico, la "mia Adda" eheheh ha sempre i riflessi più chiari rispetto alla vegetazione.
    Spesso il verde e le acque fanno un tutt'uno ed il dipinto potresti capovolgere tanto diventa un insieme di colore.
    Non so se h odato l'idea........

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  10. Il controllo del verde è la mia bestia nera...e pur avendo avuto il permesso del verde smeraldo, non lo uso mai da subito, ma solo per correggere il colore dalla mescolanza blu -giallo. Oppure per fare il bistro. Fatto sta che non riesco a fare nulla di decente...

    P.S.
    Mi sbaglio o vedo del blu ceruleo (ho vinto anche quello!) negli ultimi due?

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  11. Credo che se non spiego un pò cosa vuol dire per me dipingere, non si possano comprendere queste "esagerazioni" forse un pò maniacali. Per me la pittura è innanzitutto un fatto culturale. Se io dipingessi solo per esprimermi probabilmente mi sarei già stufato. In altri termini, è un mezzo con il quale cerco di capire e studiare i grandi artisti del passato, con particolare riferimento agli acquarellisti. Ecco perchè la tecnica assume una certa importanza nel mio lavoro. Per me la tecnica è uno strumento di "liberazione". Io non mi sentirò mai veramente libero ed espressivo fin quando non avrò padronanza dello strumento tecnico. Naturalmente è una posizione personale, legittima come le altre. E penso quindi che non si dovrebbe porre un'antitesi tra ricerca tecnica e libertà di espressione. Anzi, ripeto, forse l'una è condizione necessaria, ma non sufficiente rispetto all'altra. La stessa pittura impressionista è frutto di un attento studio sui colori, sulle composizini di colori, sui raporti tra colori complemenari, secondo principi formulati anche da gli studiosi del periodo, come Chevreul. Basta leggere alcune bellissime pagine delle lettere di Van Gogh. Per non parlare del puntinismo che contagiò anche il vecchio Pissaro.
    Ecco è tutto qui, non ho messaggi da dare nei miei acquarelli, e il mio scopo principale non è quello di trasmettere emozioni, ma di acquisire conoscenza per poter in futuro poter dare, o darmi, qualche emozione in più
    Grazie a tutti per i vostri interventi.

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  12. Mi trovi perfettamente d'accordo!! Bella risposta!

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