Al Direttore Sanitario
Ospedale Niguarda Ca’ Granda
Milano
Egr. Direttore,
mercoledì 17 novembre sono stato
colpito da infarto. Fortunatamente sono stato trasportato al pronto soccorso di
codesto ospedale, e quindi, urgentemente
all’Unità Coronarica , dove mi è stato fatto un intervento di angioplastica.
Qui ho trascorso otto giorni di degenza e sono stato quindi trasferito alla divisione
Cardiologia 1, da dove sono stato dimesso il
2 dicembre scorso.
Ho ritenuto di scrivere questa
lettera mosso dall’esigenza di testimoniare la mia ammirazione nei confronti
dei settori ospedalieri su indicati. Sin dal primo momento ho avuto la
sensazione di trovarmi in un ambiente tecnologicamente avanzatissimo, e al
tempo stesso ho ricevuto grande attenzione e cura da parte del personale medico
e paramedico, fin dai primi momenti del ricovero e in tutte le fasi dell’intervento
terapeutico e della degenza.
Vorrei ringraziare in paticolare il
dott....... e il dott. ........, e
tutta l’equipe medica cui devo sicuramente
la vita, e attraverso di loro tutta la struttura che mi ha accolto.
A questo proposito desidero dedicare un pensiero
affettuoso a tutto il personale infermieristico. Non potrò mai dimenticare,
infatti, con commozione che le prime parole di conforto e di sostegno sono
venute proprio da loro, veri “Angeli dei nostri tempi”. Ho riflettuto molto
sul’impegno di questo personale, sulla loro altissima professionalità e sul
sacrificio che quotidianamente sopportano, probabilmente in una situazione di
remunerazione che non rende giustizia a questo gravoso impegno di lavoro. E’anche
merito loro se nei settori in cui sono
stato ricoverato si può ben dire che tecnologia, professionalità e umanità rappresentano
sinteticamente l’alta qualità del servizio che viene reso.
Mi auguro che , nella situazione
di crisi economica che viviamo, non vengano mai a mancare le necessarie risorse
finanziarie per mantenere e consolidare l’alto livello di questi settori quali
Centri di Eccellenza di cui la Regione Lombardia ed il nostro Paese dovrebbero
essere orgogliosi.
Con viva cordialità e
riconoscenza
Mario Piana
Carate Brianza