giovedì 26 febbraio 2009

Pio Piana: l'essenza della giovinezza

Pio Piana: The great pine da Cezanne
Pio Piana : Laghetto fiorito
olio su tela 50 X 40 Pio Piana, piemontese di Casale Monferrato, ha sempre dipinto fin dalla prima infanzia, appartiene ad una famiglia dove il disegno, la pittura, l'amore per il "bello" e per l'arte erano di casa. Il nonno era professore di disegno, quelli di una volta, autorevole e molto stimato e lo si vede ancora in alcune foto sbiadite dei primi anni del 900. Poi la campagna, la campagna delle colline del Monferrato e due grandi maestri. Elsa Barberis, la zia Elsa, pittrice di grande talento e il maestro Rovero di Torino, con il quale ha sgambettato per le strade di campagna e ha avuto i primi insegnamenti della pittura en plein air. Pio ha girato l'Italia per il suo lavoro, ma ha sempre conservato l'amore per le origini e ha portato nei luoghi in cui è vissuto i suoi pennelli e la sua tavolozza. I paesaggi innanzitutto, l' aria del mattino, l'imbrunire, il sole del sud, l'amata montagna sono soggetti di una vita artistica che continua a vivere con immutata freschezza, una fanciullezza sempre rivissuta quotidianamente nel suo bel atelier a Villa del Conte, nel cuore dello splendido Veneto. Osservando le opere di Pio Piana ci si riconosce quasi in un mondo di favole, e il paesaggio diventa uno sfondo dove vorremmo vivere, come nel suo "laghetto fiorito" o negli incantati scorci, caldi e assolati, di Panarea e di Marettimo. Negli ultimi anni Pio ha approfondito lo studio dei grandi maestri e ha sperimentato la riproduzione di quadri d'autore, con uno stile peraltro originalissimo, riproducendo opere di grande impegno e dando prova di abilità tecnica, di amore, rispetto e ammirazione per l'Arte. Pio Piana I soldatini di Mario olio su tavoletta Pio Piana è su equilibriarte

mercoledì 25 febbraio 2009

Laura Tedeschi: paesaggi di luce e libertà

Mi piace sempre percorrere le campagne, i boschi, le città di Laura Tedeschi, pittrice espressionista. Perchè dentro le sue opere si entra in un mondo che ha radici profonde nella memoria. E' un mondo permeato da una "lettura" dei grandi maestri e forgiato da una personale percorso di vita artistica. Mi piace immergermi nei contrasti coloristici, ed essere riscaldato e abbagliato dalla luce persino là nella bruma di un paesaggio londinese, oppure nei boschi e sulle colline della campagna viennese. Sono sferzate di luce allo stato puro, accostamenti che riflettono l'amore di Laura per la Terra , per la Natura, per la intrinseca bellezza delle sue città e della sua Vienna. E questi luoghi diventano così patrimonio della nostra esperienza sensoriale e dialogano con l'osservatore, con uno scambio di sensibilità e sensazioni, a volte di tenera e sofferta nostalgia, altre volte diretto a condividere l'atmosfera tagliente di una fredda e meravigliosa mattina, o a cogliere la felicità dell'attimo fuggente. Stupisce ancora con l'essenzialità del tratto, con lo spessore della materia che sembra scolpire sulla tela ogni minima inflessione dell'anima, oppure con la sintesi felice del moto delle onde e l'impeto del vento sul mare.
Laura Tedeschi due vele olio su tela 50 X 40
Laura Tedeschi nasce a Rapallo nel 1968, attualmente vive e lavora a Vienna, dove cura il suo atelier d'arte. L'artista apprende fin da piccola le tecniche pittoriche dal padre, il maestro impressionista Gianni Tedeschi, crescendo "respirando arte" arriva a una maturità pittorica attraverso anni di silenzioso studio. www.lauratedeschi.com

Il verde

Impiegando un criterio strettamente quantitativo, sono il verde e l'azzurro a spartirsi il vario dominio della natura. Al verde appartiene il mondo terrestre dei campi coltivati, dei boschi e delle foreste sempre più minacciate di abbattimento dalla sventatezza egli uomini, mentre all'azzurro dobbiamo assegnare l'immensità del mare e del cielo. Se il rosso, che gli è diametralmente opposto, contrassegna il tempo al presente, l'irruzione dell'istante, il verde è legato invece alla durata temporale, al quieto svolgimento in lunghi cicli, che possiedono la prerogativa di ripetersi e contengono la grande figura del ritorno. La periodicità con i suoi flussi e riflussi si pone all'opposto dell'uniformità lineare della tecnica. Tra i diversi cicli, tiene il primo posto quello vegetativo, di cui il verde tinge il segmento iniziale, la primavera. Nella sua pacatezza nasconde il mistero della germinazione, della nascita e della crescita rigogliosa, Per questo il verde si associa spontaneamente alla speranza...
Ernst Ludwig Kirchner, Artista - Marcella, 1910 olio su tela, 100 X 76 Berlino, Brucke Museum
testo ed immagine tratti dal bel libro che vi consiglio vivamente di Alberto Boatto: "Di tutti i colori" - ed La Terza

lunedì 23 febbraio 2009

A proposito di "moderno"




La natura è singolarmente coerente con se stessa. Mi ricordo di aver disegnato in riva al mare di Trouville dei frammenti di rocce, le cui singole parti erano così proporzionate che sulla carta davano l'idea di una scogliera gigantesca. Mancava solo un oggetto per stabilire i rapporti di grandezza. In questo momento scrivo ai piedi di un albero, vicino a un grosso formicaio, formato per metà da piccole irregolarità del terreno, per metà dal paziente lavoro delle formiche: ci sono scarpate, strapiombi che formano piccole gole in cui gli abitanti passano e ripassano con aria indaffarata, come un piccolo popolo di un piccolo paese che l'immaginazione istantaneamente ingrandisce. Quello che mi era sembrato un formicaio mi appare ora, grazie alle minime dimensioni dei suoi abitanti, come un'ampia distesa attraversata da rocce scoscese e ripidi pendii. Un frammento di carbon fossile o di selce, o una pietra qualsiasi, presenta in proporzioni ridotte la forma di rocce gigantesche. Spesso ho anche osservato, disegnando gli alberi, che un singolo ramo è a sua volta un piccolo albero...

Domenica, 16 settembre 1849 nella foresta di Champrosays


 Eugène Delacroix: Scritti sull'Arte

domenica 22 febbraio 2009

Grandi maestri dell'acquarello: John Robert Cozens (1752-1797)

Figlio del maestro russo di disegno e acquerello, Alexander Cozens, John Robert Cozens fu attento allievo di suo padre ed è considerato, a giusto titolo, come uno dei più importanti acquerellisti inglesi. Sviluppò una sensibilità luministica e una tecnica più libera che conferisce all'acquerello quella spontaneità di esecuzione in cui trova espressione una nuova percezione della natura, intesa come evocazione dei propri sentimenti. La sua straordinaria attitudine a rendere la grandiosa bellezza di un paesaggio, con un misto di effetti atmosferici e di luce, ed a conferirgli un'accentuata inflessione lirica, malgrado l'uso di una tavolozza cromatica molto essenziale, non è stata superata da nessun altro pittore. (Gerald Bauer: Il secolo d'oro dell'acquerello inglese 1750-1850 - Bibliotheque de l'Image)



Cetara matita e acquerello 26,1 X 37,4 cm The Wintworth Art Gallery Manchester

martedì 17 febbraio 2009

Carla Colombo: luci, colori, sentimenti

Per me l'incontro con la pittura di Carla Colombo è stata un'emozione fin dal primo momento. Chi ama la luce, il colore, la brillantezza materica del mezzo espressivo non può che riconoscere in Carla un'autentica interprete dell'arte del paesaggio e non solo. L'arte di Carla si esprima con grande efficacia nella rappresentazione personalissima e filtrata attraverso una concezione "solare" della natura, nei suoi paesaggi, della sua Brianza innanzitutto. Gli scorci, le grandi profondità degli orizzonti sono fonte inesauribile, materiale sensibile che prende forma nei colori sapientemente dominati dalla pittrice, a volte carezzevolmente pennellati sulla tela o, altre volte, spalmati con tratto rapido ed incisivo. Felici accostamenti coloristici esaltano la luce di piena estate, o addolciscono l'anima nei caldi colori dell'autunno, o appaiono mirabilmente rappresentare la trasparenza e la freschezza delle acque. Ma Carla ha saputo anche trovare un nuovo linguaggio nelle sue composizioni materiche, e si sente un profondo legame tra queste e i suoi paesaggi, sono anch'esse "paesaggi", "natura", nella rappresentazione delle sabbie del mondo e delle superfici lunari, nel volo delle farfalle e nei profumi dei fiori.
www.artecarla.it

Commenti a mie opere



aria di tempesta acquarello 50 X 32 cm
Una leggera "melanconia" accarezza l'andare del giorno senza lasciare tregua al scivolare delle stagioni. Una passeggiata lungo il sentiero che accompagna i pensieri della mente in un evolversi di passi silenti senza impronta alcuna. Un casolare laggiù in fondo che raccoglie tutte le speranze disilluse e d'illusione, i sogni assopiti ma mai dimenticati. Un cielo che rabbuia il cielo in attesa di chissà quale tempesta...a venire. Un giorno qualunque in un giorno silente di...aria di tempesta. Carla Colombo, Pittrice

venerdì 13 febbraio 2009

Mail Art ricevuta oggi

Scorcio ligure acquarello 2009 Miriam Arnaboldi GRAZIE MIRIAM!!

Vegetables

Acquarello 32,5 X 27,5

Grandi maestri dell'acquarello: John Ruskin (1819 - 1901)

Jhon Ruskin: selfportrait with blue neckcloth acquerello The Pierpont Morgan Library New York
John Ruskin non è in realtà annoverato tra i grandi acquarellisti, è stato un critico d'arte, il maggior critico d'arte dell'epoca vittoriana. Nato in un' agiata famiglia di origine scozzese, ha un'infanzia ricca di sollecitazioni culturali, ma essenzialmente introspettiva e solitaria e all'insegna di una educazione rigidamente luterana. Fu un grande viaggiatore, prima in Francia e poi, ripetutamente e per lunghi periodi, in Italia.
Evento essenziale della sua vita fu l'incontro con Joseph Mallord Wiliam Turner, di cui divenne il più grande ammiratore, difensore e , alla sua morte, esecutore testamentario. A lui dedicò la sua più importante e monumentale opera, "Modern painter" (pittori moderni) in quattro volumi. Documentò i suoi viaggi con una serie infinita di disegni, acquarelli e rilievi di sorprendente bellezza e abilità, nella più classica tradizione del "dilettantismo" (!) ottocentesco. Con "Stones of venice" (Le pietre di Venezia) (1851 - 1853), risultato dei suoi studi sull'architettura e la scultura nell'Italia settentrionale, si fece promotore del Gothic Revival e nello stesso periodo pubblicò il saggio sul PreRaphaelitism, che decise la fortuna di quel movimento.
Per un esame critico: Giuseppe Leonelli " Il Profeta della modernità" in Jhon Ruskin "Pittori Moderni" 2 vol ed Einaudi John Ruskin Capital 36 of the Ducal Palace Ruskin Library New York John Ruskin Coast Scene near Dunbar acquerello 32,5 X 47,5 Birningham Museums and Art Gallery

mercoledì 11 febbraio 2009

Grandi maestri dell'acquarello: Berthe Morisot

Berthe Morisot (1841 - 1895): Splendida figura di pittrice e di donna, l'unica presenza femminile del gruppo originario degli Impressionisti. letture consigliate: Brigida Di Leo Berthe Morisot Professione pittrice Selene Edizioni € 13,50 Foto: Dame et enfant sur la terrasse, rue Franklin ou Femme et enfant au balcon, 1871 - 1872 Chicago, Art Institute of Chicago

martedì 10 febbraio 2009

Grandi maestri dell'acquarello: Geoge Romney (1734 - 1802)

Conobbe una gran voga soprattutto come ritrattista ad olio, ma si ignorano a torto i suoi schizzi, che colpiscono per la spontaneità, il vigore del tratto e la straordinaria modernità.
A mother and child Penna ed inchiostro bruno, inchiostro acquarellato su matita 25 X 16 cm collezione privata testo e foto tratti da Gerald Bauer Il secolo d'oro dell'acquerello inglese (1750 - 1850) Bibliotheque del l'Image

venerdì 6 febbraio 2009

Piccoli sfoghi quotidiani

L'isola che non c'è acquarello 14 X 14
Passaggio obbligato acquarello 15 X 10
L'olandese volante acquarello 16 X 15

A proposito di ispirazione

La questione del realismo si identifica con questo: è necessaria una realtà apparente. E' il realismo letterale che è stupido. I ritratti di Holbein sembrano la realtà stessa, e sono sublimi. Così la mano dell'Uomo con il berretto di Raffaello. Ma è il sentimento del pittore che imprime questo sigillo. Lo dimostra il confronto tra questi dipinti ingenui, ma pieni di ideali, con la maggior parte delle figure di David, che li imitano come possono, abbellendoli, e raggiungono solo raramente l'ideale.
E' troppo azzardato dire che l'ideale è ciò che perviene all'idea, imitandola o no? le forme dell'Antiope di Michelangelo, e tante altre opere sublimi che non sono imitazioni letterali, fanno sognare. E nei maestri primitivi che abbiamo citato, l'imitazione, invece di danneggiare l'effetto prodotto sull'immaginazione, senza alcun dubbio lo potenzia. Cos'è mai dunque ciò che giunge fino all'anima, senza cui non può esistere pittore né spettatore? Un non so che, l'ispirazione misteriosa che all'anima dà tutto, e che dell'anima trova le vie segrete.
da Eugene Delacroix: "Scritti sull'Arte" (SE piccola enciclopedia a cura di Elena Pontiggia) foto : E. Delacroix Studio per la Morte di Sardanapalo 1827 Pastello, mina di piombo, sanguigna su carta 40 X 27 cm Parigi Museo del Louvre

giovedì 5 febbraio 2009

Grandi maestri dell'acquarello: Thomas Girtin (1775 - 1802)

Con Turner, di cui è esattamente contemporaneo, Girtin è già considerato, durante la sua breve vita, come uno dei grandi maestri dell'acquarello. I suoi primi lavori sono studi topografici nello stile di Edward Dayes (1763 - 1804), presso il quale si è formato. Come Turner, Girtin copia le opere della collezione del dott. Monro (mecenate di Turner), e sarà profondamente influenzato da John Robert Cozens (1752 - 1797). Alla fine degli anni 90 del settecento, la sua arte rivela una libertà e una insolita espressività: si concentra maggiormente su estesi paesaggi, con una tavolozza limitata, dando più importanza alla qualità della pittura che a quella del disegno. Viaggia con continuità nel nord dell'Inghilterra e in Scozia, ma nel 1801 si reca a Parigi per curare l'asma. Le sue opere suscitano una tale ammirazione presso i suoi contemporanei che, nel 1850, Turner avrebbe dichiarato "Se Tom Girtin fosse vissuto, io sarei morto di fame". Girtin morirà qualche mese dopo il suo ritorno in Inghilterra, all'età di 27 anni. William Hauptman: "L'Age d'or de l'aquarelle anglaise 1770- 1900" Fondation de l'Hermitage foto: Thomas Girtin THE LAYERTHORPE BRIDGE AND POSTERN 32,3 x 51,8 Manchester, Withworth Art Gallery

mercoledì 4 febbraio 2009

Mail Art spedite oggi

titolo: Oceano anno: 2008 tecnica: acquarello spedita a Miriam Arnaboldi, artista e acquarellista

Commenti a mie opere

Onde acquarello 2008 26 X 44 cm
Mario ha una incredibile leggerezza nel comunicarci il suo senso poetico. Una danza incessante di veli che rischiarano il cuore e aprono la mente sulla bellezza di quanto silenziosamente ci circonda. La sua pittura è silenziosa anche quando ci presenta il fragore dell'onda che si infrange sullo scoglio. E' un grande piacere essere condotti in punta di piedi nel suo magico mondo fatto di cose semplici e sentite. Antonella Iurilli Duhamel
pittrice, scultrice, psicologa

lunedì 2 febbraio 2009

Commenti a mie opere

Attimi di assoluto acquarello 29 X 35 cm opera esposta alla mostra: Artists for Amnesty International Verona 7 dicembre 2008 7 febbraio 2009
Il silenzio del fragore delle onde si impone come attimo di assoluto. Il tuo lavoro discretamente e sommessamente parla all'anima ricordandole il suo luogo di origine Antonella Jurilli Duhamel Pittrice, scultrice, psicologa

Grandi maestri dell' acquarello: Paul Sandby (1730 - 1809)

Nato a Nottingham, Paul Sandby è noto come "il padre dell'acquarello inglese" Iniziò la sua carriera nel 1747 come disegnatore - topografo militare in Scozia. Dopo essersi trasferito a Londra nel 1751, con suo fratello Thomas, che era architetto, fu tra i fondatori, nel 1768, della Royal Academy. Fu un grande sostenitore dell'acquarello all'interno della Royal Academy, contribuendo alla sua nobilitazione tra le altre tecniche pittoriche. Dal 1768 al 1796 fu Chief Drawing Master alla Royal Military Academy a Woolwich. Sandby introdusse la tecnica dell'acquatinta in Gran Bretagna e fu insegnante molto stimato e influente. Tim Wilcox: The triumph of watercolour Paul Sandby: view down a valley with distant buildings (collezione privata)

domenica 1 febbraio 2009

Grazie Carla !

Carla Colombo, splendida artista, pittrice e poetessa mi ha gentilmente scritto questa bellissima critica, ne sono commosso e onorato.
MARIO PIANA, il pittore-poeta di emozioni acquerellate.
Tra tutte le tecniche pittoriche quella dell’acquerello è, a detta di molti maestri dell’arte, una delle più difficili e diventa quasi retorico affermare che il fascino dell’acquerello coglie sempre l’animo del fruitore, anche di quello più disattento, ed il mio n’è particolarmente attratto. Non riesco quindi a “passare oltre” davanti agli acquerelli di Mario Piana, mi diventa assolutamente spontaneo fermarmi, sembra che abbiano un richiamo su di me. Le sue opere trasudano d’anima, le sento raccoglitrici d’emozioni tanto che creano "pathos" naturale e spontaneo.L'intesa che si respira tra l'artista e la sua arte nel silenzio dell’osservare diventa complicità ed approvazione. Con tanta spontanea generosità Mario elargisce la magia dei suoi pigmenti senza restrizione. Baciati dall’acqua i colori diventano racconti, favole, ricordi, magistralmente stesi con pennellate sicure, decise e scorrevoli depositano sui fogli bianchi morbida atmosfera spiritualizzante che diventa colonna sonora di un racconto a lieto fine. Il foglio acquerellato si sfuma di color arcobaleno... il più luminoso…e si amalgama in una visione vellutata rendendo carezzevole il dolce insieme , i colori diventano note musicali di una melodia senza tempo e la poesia traspare dalle sfumature di una rappresentazione che si impregna di anima intrisa di tanta armonia. Emozioni a tutto tondo dunque, dove anima e tecnica si amalgamano e diventano un unisono per rendere l’opera “unica”. Mario usa il bianco del foglio e lo fa diventare luce e senza ripensamenti o titubanze lascia che il foglio sprigioni la sua qualità primordiale; il bianco, ed allora i contrasti diventano diretti, le sfumature diventano sofisticate, la morbidezza e la raffinatezza diventano naturali, un insieme di caratteristiche che fanno delle opere di Piana dei veri toccasana al bel vedere. Nei suoi acquerelli vengono rappresentati paesaggi di oggi e paesaggi della nostra infanzia; angoli che portano la nostra memoria a tempi andati; antichi casolari di vecchie rimembranze, angoli di campagne più o meno assolate, acque trasparenti e rilassanti, che portano la leggiadria, ma ciò che rende “amabili” queste sue opere è l’intrinseca pacatezza del suo “star bene con se stesso”,(lo si percepisce), mista alla volontà di voler trasmettere la sua personalità di artista che ama la sua arte e la fa sua, accarezzandola, meditandola, conservandola ma anche dando sempre una spinta per una nuova sperimentazione. La sua continua ricerca lo porta a sperimentare altre tecniche: nei suoi lavori possiamo ammirare opere eseguite a pastello, ad acrilico, tutte comunque con un minimo denominatore comune…opere colme di pathos con il coinvolgimento dell’anima. Il suo legame con la natura, con l’ambiente, rende l’artista sensibile ed attento alla tematica dell’ambiente, non è un caso che molti suoi acquerelli rappresentano paesaggi naturali a volte privi di costruzioni. Mario Piana è tutto questo…ma non solo…Mario Piana è pittore-poeta di favole colorate-acquerellate, testimone del momento che fissa sul foglio la visione, scandita però dalla SUA emozione...percepita, vissuta, subita o voluta. Carla Colombo
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